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Nato dall’unione dei termini naturally e happy, il Movimento Nappy sta prendendo sempre più piede in tutto il mondo, rivendicando la libertà per le persone afro di sfoggiare le loro chiome naturali.
In origine il termine “nappy” aveva una connotazione negativa. Rimandava, infatti, al batuffolo di cotone e dunque veniva utilizzato in modo dispregiativo nei confronti delle persone di origine africana per rimarcare il loro legame con la schiavitù.
Oggi, invece, il suo uso è stato totalmente stravolto e ha assunto un significato positivo.
Ma come si è arrivati a questo cambiamento?
La tipologia di chioma che chiamiamo “afro”, poiché comune tra le persone nate nell’Africa Sub-Sahariana, necessita di cure specifiche, differenti da quelle dedicate ai capelli lisci o comunque alle tipologie di capello normalmente più diffuse in occidente.
Tra i molti risvolti traumatici conseguenti alla tratta degli schiavi ci fu anche la perdita del rapporto particolare che le persone africane avevano con i propri capelli, utilizzati come elemento di distinzione culturale.
Le chiome lunghe e fluenti degli occidentali divennero il nuovo parametro di bellezza anche per le persone nere, soprattutto per le donne.
A partire dagli anni Sessanta si iniziò ad affermare una rivendicazione dei diritti dell’uomo di uguaglianza, anche attraverso la propria immagine naturale, che si contrapponeva quindi all’idealizzazione dello standard di bellezza dei bianchi.
Iniziare a sfoggiare la propria chioma al naturale divenne uno specifico connotato politico da parte dei neri, fino ad arrivare agli anni Settanta, quando addirittura divenne un trend.
Le persone bianche iniziarono a ricorrere a permanenti e trattamenti che ricreassero il “riccio afro”, rendendolo una moda e contribuendo quindi alla depoliticizzazione del look.
Arriviamo quindi agli anni 2000 in cui il Movimento Nappy inizia ad affermarsi con decisione, prima negli Stati Uniti e successivamente in Europa.
La diffusione di Internet e dei social media ha contribuito molto alla conoscenza di questa tematica, alimentando dibattiti e portando così alla nascita del Natual Hair Movement con l’intento di rivendicare la bellezza delle naturali chiome ricce afro.
Tale movimento decise di riappropriarsi del termine nappy per dargli una nuova chiave di lettura, eliminandone la precedente connotazione dispregiativa e rendendolo al contrario un modo per rivendicare l’importanza e la bellezza delle proprie origini.
È il primo movimento nella storia, infatti, a portare all’attenzione del grande pubblico il rapporto tra discriminazione razziale e capelli nei confronti delle persone con chiome afro.
Pian piano la sua fama sta crescendo, anche in Italia, e ad oggi ne sono testimonial moltissime celebrità di origine africana che scelgono di portare la loro chioma al naturale, contribuendo alla diffusione del movimento e consolidando il canone di bellezza del capello afro.
Il Movimento Nappy ormai non è più legato solamente all’hair style, ma anzi è diventato una filosofia di vita, un invito ad abbattere i preconcetti estetici e a rivendicare l’orgoglio black, incoraggiando le persone a non cambiare la propria immagine per inseguire standard imposti da altri, ma ad accettarsi e sentirsi fiere delle loro origini.