#erbe tintorie / #impacchi naturali / #sostenibilità
L’importanza attribuita ai capelli dall’uomo ha origini lontane. Fin dall’antichità la chioma è stata un simbolo di potenza, forza e benessere, oltre che espressione dell’estetica del tempo.
Nell’antica Mesopotamia, così come in Egitto, i capelli erano considerati un simbolo dello status sociale. Coloro che non li curavano erano visti come creature selvagge.
Le complesse acconciature di re e alti funzionari simboleggiavano il loro rango; al contrario agli schiavi i capelli venivano tagliati o rasati del tutto: privando l’individuo di un segno distintivo come i capelli lo si faceva sprofondare nell’anonimato.
Nel caso delle donne la pettinatura indicava non solo la posizione sociale, ma anche la loro rispettabilità.
La prima, netta, distinzione oltre che nella forma delle acconciature stava nel nascondere o meno i capelli. Per le donne sposate, le vedove, le figlie minorenni e le sacerdotesse vigeva l’obbligo di coprire i capelli con un velo. Questa disposizione serviva a differenziarle da prostitute, schiave o concubine che invece dovevano stare a capo scoperto.
Pian piano le pettinature si sono semplificate e i capelli hanno assunto un altro tipo di importanza. Nel medioevo, infatti, venivano considerati estensione materiale dell’anima, per questo frequentemente utilizzati per riti e pozioni magiche.
Con il Rinascimento, poi, tornano in auge i canoni della bellezza classica: capelli solitamente molto lunghi e con boccoli, raccolti sulla nuca da nastri o fermagli, oppure legati in trecce.
Andando avanti negli anni le acconciature sono sempre meno simbolo dello status sociale, diventando invece rappresentative della bellezza e della salute della persona.
Nel Novecento la cura della chioma diventa una pratica che accomuna, più o meno, tutte le classi sociali, trasformandosi sempre di più in espressione non di una casta, ma della propria identità e individualità.
E le tinte invece?
Anche la storia della tinta per capelli ha origini che si perdono nella preistoria, quando le donne primitive si tingevano le chiome con la terra d’ocra gialla e rossa.
I sumeri ben 4000 anni fa scoprirono il potere tintorio della lawasonia inermis, che venne poi usata anche in Egitto, probabilmente persino da Cleopatra (nonostante utilizzasse abitualmente parrucche con fili d’oro intrecciati).
Gli antichi greci invece erano soliti tingersi in capelli con una particolare soluzione composta da zafferano e acqua di potassio.
Gli uomini greci e romani che volevano mascherare i capelli bianchi usavano pettini al piombo intinti nell’aceto per scurirli.
Anche le donne dell’antica Roma amavano tingere i capelli. Le più abbienti, addirittura, avevano un piccolo salone in casa. Per molto tempo il colore più in voga è stato l’azzurro. Dopo le invasioni germaniche e i conseguenti contatti più stretti con le popolazioni dell’Europa del Nord questo fu soppiantato dal biondo.
Il Rinascimento segna il dominio sì del biondo, ma ramato: è l’era del rosso Tiziano, come ci testimoniano i tanti quadri raffiguranti donne dell’epoca. Per ottenere tali sfumature i capelli venivano lavati con la liscivia.
Arriviamo poi ai tempi più recenti, con l’evoluzione tecnologica che consente di realizzare prodotti per tingere i capelli facilmente utilizzabili anche in casa. Le tinte diventano così sempre di più parte della cultura pop.
Gli anni Ottanta vedono l’esplosione dei “crazy colors” grazie alla rivoluzione punk che porta la tintura dei capelli a diventare un fenomeno estetico anche maschile.
Negli anni Novanta, con l’influenza del Grunge, si passa a tinte dall’effetto volutamente trasandato e all’esplosione delle meches.
Nel Terzo Millennio, seguendo gli andamenti della moda, le colorazioni per capelli diventano fashion e vanno di pari passo con le nuove tecniche di decolorazione: shatush, balayage e degradé.
Sempre di più in anni recenti si sta invece assistendo ad un ritorno alle origini e al rispetto della natura. Stiamo riscoprendo antichi saperi che, uniti alle conoscenze e tecnologie moderne, possono portarci verso una cosmetica realmente green. L’henné e le altre erbe tintorie sono una realtà in rapida crescita: sempre più persone utilizzano le piante in casa e sempre più saloni si stanno avvicinando alle colorazioni vegetali in modo serio e professionale.
Questo non solo perché i risultati ottenibili sono splendidi in termini di colore, ma anche perché i capelli e la pelle ne beneficiano in salute.
Senza tralasciare, poi, un punto che sta assumendo crescente importanza: la sostenibilità.
Amore per la natura, difesa dell’ambiente, materie prime provenienti da filiere etiche, rispetto dei lavoratori, questo è l’obiettivo e la sfida della nuova era green della cosmetica.
Essere al passo con i tempi oggi vuol dire rispettare il nostro corpo e il pianeta che ci ospita!